Agente sportivo: trattamento fiscale dei compensi

L’esercizio dell’attività di agente sportivo costituisce esercizio di una libera professione che il legislatore ha inteso compiutamente regolamentare, perfino nella definizione di parametri per la determinazione dei relativi compensi (Agenzia delle entrate – Risoluzione 21 novembre 2022, n. 69/E)

L’Associazione Istante chiede di conoscere la corretta qualificazione fiscale e il conseguente regime fiscale applicabile ai compensi corrisposti agli agenti sportivi, regolarmente iscritti ai Registri nazionale CONI e federale in base ai rispettivi Regolamenti, che svolgano l’attività in modo non occasionale, anche ai fini della eventuale applicabilità delle ritenute ai sensi degli articoli 25 e 25-bis del decreto del Presidente della Repubblica 29 settembre 1973, n. 600.
L’esercizio dell’attività di agente sportivo costituisce esercizio di una libera professione che il legislatore ha inteso compiutamente regolamentare, perfino nella definizione di parametri per la determinazione dei relativi compensi.
Pertanto, in mancanza di una disposizione esplicita che qualifichi la natura dei redditi conseguiti dall’agente sportivo, si ritiene, in via interpretativa, che gli stessi rientrino nella categoria dei redditi di lavoro autonomo ai sensi dell’articolo 53 del Tuir, in base al quale sono redditi di lavoro autonomo quelli che derivano dall’esercizio di arti e professioni.
Detti redditi, ove erogati da un soggetto che rivesta la qualifica di sostituto di imposta, saranno assoggettati alle ritenute alla fonte a titolo di acconto previste dall’ articolo 25 del decreto del Presidente della Repubblica 29 settembre 1973, n. 600.
Nella particolare ipotesi in cui l’ attività di agente sportivo sia svolta in forma societaria, i redditi prodotti costituiranno redditi d’impresa se il modello societario prescelto è di tipo commerciale.
In detta ipotesi, infatti, ai fini della qualificazione del reddito prodotto dalla società di agenti sportivi, non assumerà rilevanza l’esercizio dell’attività professionale, risultando determinante, invece, il fatto di operare in una veste giuridica societaria di tipo commerciale. Conseguentemente, in detta ipotesi, i redditi prodotti dalla società di agenti sportivi, in quanto redditi di impresa, non saranno assoggettati alle ritenute d’acconto di cui al citato articolo 25 del d.P.R. n. 600 del 1973.

FONDO EST: per l’anno 2023 cambiano le modalità di pagamento

Il Fondo Est, l’Ente di assistenza sanitaria integrativa del Commercio, del Turismo, dei Servizi e dei settori affini, con comunicato dell’11/11/2022, informa della possibilità di modificare le modalità di pagamento per l’anno 2023

Il Fondo di assistenza sanitaria integrativa EST, informa che a partire dall’11 novembre 2022 e, fino al 29 dicembre 2022, sarà possibile effettuare il cambio della modalità di pagamento (annuale anticipato o mensile posticipato) per le adempienze contributive relative all’anno 2023.

L’utente all’interno dell’area riservata, nella barra del menù, troverà l’apposita voce “Cambio modalità di pagamento”, che consentirà di effettuare la modifica indicata.

Nel caso in cui non fosse esplicitata alcuna preferenza per l’anno 2023, sarà considerata valida la stessa modalità di pagamento adottata per l’anno in corso.

Si ricorda che, come stabilito dal Regolamento del Fondo, le aziende che scelgono la modalità di versamento annuale anticipato devono effettuare i pagamenti esclusivamente tramite bonifico bancario o carta di credito, dopo aver provveduto al caricamento della lista dei dipendenti mediante apposito file in formato Xml.

Versamenti annuali effettuati a mezzo F24 potranno non essere riconciliati in tempi utili, con conseguente assenza di copertura assicurativa per i dipendenti.

Approvato il DDL Bilancio 2023

Approvato il disegno di legge recante il bilancio di previsione dello Stato per il 2023 e il bilancio pluriennale per il triennio 2023-2025 (PCM, comunicato 22 novembre 2022, n. 5).

Per le famiglie più fragili viene confermato e rafforzato il meccanismo che consente di ricevere il bonus sociale bollette, con un innalzamento della soglia Isee da 12.000 euro a 15.000 euro.
Per il 2023 sarà maggiorato del 50% per il primo anno, e di un ulteriore 50% per le famiglie composte da 3 o più figli. Confermato l’assegno per i disabili.
Per i dipendenti aliquota al 5% per premi di produttività fino a 3.000 euro.
Previste agevolazioni alle assunzioni a tempo indeterminato con una soglia di contributi fino a 6 mila euro per chi ha già un contratto a tempo determinato e in particolare pe le donne under 36 e per i percettori del reddito di cittadinanza.
Relativamente alle pensioni, è confermata lopzione donna e rivisitata l’Ape sociale”; inoltre, viene attuata l’indicizzazione delle pensioni al 120% e si introduce per l’anno 2023 un nuovo schema di anticipo pensionistico, che permette di uscire dal lavoro con 41 anni di contributi e 62 anni di età e prevede bonus per chi decide di restare al lavoro.
Dal 1° gennaio 2023, infine, alle persone tra 18 e 59 anni (abili al lavoro ma che non abbiano nel nucleo disabili, minori o persone a carico con almeno 60 anni d’età) è riconosciuto il reddito nel limite massimo di 7/8 mensilità invece delle attuali 18 rinnovabili. E’ previsto un periodo di almeno sei mesi di partecipazione a un corso di formazione o riqualificazione professionale. In mancanza, decade il beneficio del reddito. Altresì si decade nell’ipotesi in cui si rifiuti la prima offerta congrua.

Settori e professioni con disparità uomo-donna per incentivi 2023

Il Ministero del Lavoro e delle Politiche Sociali ha indicato i settori e le professioni caratterizzati da un elevato tasso di disparità uomo-donna tra i lavoratori, per i quali è riconosciuto l’accesso per il 2023 agli incentivi per le assunzioni di donne (Decreto 16 novembre 2022, n. 327)

Ai fini della concessione degli incentivi alle assunzioni di cui all’articolo 4, comma 11, della legge 28 giugno 2012, n. 92 nel settore privato, il Ministero del Lavoro e delle Politiche Sociali individua annualmente i settori e le professioni caratterizzati da un elevato tasso di disparità uomo-donna tra i lavoratori occupati.
A tal fine, con il decreto 16 novembre 2022, n. 327, il Ministero ha individuato, per il 2023, i settori e professioni, caratterizzati da un tasso di disparità uomo-donna che supera di almeno il 25 per cento la disparità media uomo-donna, sulla base delle elaborazioni effettuate dall’lstat in relazione alla media annua del 2021.
Si ricorda che secondo la previsione dell’articolo 4, comma 11, della legge 28 giugno 2012, n. 92, per le assunzioni di donne di donne di qualsiasi età, prive di un impiego regolarmente retribuito da almeno sei mesi, appartenenti alle aree individuate dal Ministero, è riconosciuta la riduzione del 50 per cento dei contributi a carico del datore di lavoro:
– per la durata di 12 mesi, in caso di assunzioni a tempo determinato anche in somministrazione. La riduzione si prolunga fino al diciottesimo mese dalla data della assunzione se il contratto è trasformato a tempo indeterminato;
– per un periodo di 18 mesi dalla data di assunzione, in caso di assunzione a tempo indeterminato.

Il lavoratore fruisce del congedo straordinario senza l’ autorizzazione INPS: l’assenza è ingiustificata

È legittimo il licenziamento del lavoratore che fruisce di un periodo di congedo straordinario, senza avere ricevuto il necessario provvedimento di assenso dall’INPS, dovendosi ritenere ingiustificata l’assenza dello stesso dal lavoro. Tanto è stato affermato dalla Corte di Cassazione con l’ ordinanza del 6 settembre 2022, n. 26196.

La Suprema Corte ha ribaltato la sentenza della Corte di appello di Reggio Calabria che aveva dichiarato la illegittimità del licenziamento intimato ad un lavoratore sulla base di una contestazione che ascriveva a questi di avere usufruito di un periodo di congedo straordinario, senza avere ricevuto dalla sede INPS competente il necessario provvedimento di assenso.

Il giudice del gravame, in particolare, aveva ritenuto l’addebito contestato insussistente sulla scorta del fatto che il datore di lavoro in precedenti occasioni si era dimostrato disponibile a considerare legittima l’assenza sulla base della sola produzione della istanza presentata all’INPS; pertanto, in assenza di dimostrazione della malafede del lavoratore, non poteva rilevare la circostanza del diniego a posteriori dell’autorizzazione da parte dell’Istituto.

La società datrice ha proposto ricorso per cassazione, censurando la decisione impugnata, per non aver considerato che l’assenza dal lavoro era da ritenersi ingiustificata, essendo pacifico che l’INPS aveva rigettato la richiesta di congedo straordinario; da tanto discendeva che la fattispecie in esame dovesse essere ricondotta all’ambito delle violazioni integranti giusta causa o giustificato motivo soggettivo di licenziamento.

Il Collegio ha ritenuto fondata la doglianza, ritenendo sussistente il denunziato vizio di sussunzione in quanto la fattispecie, sulla base dell’art. 33, co. 7 bis, L. n. 104/1992 – che stabilisce la decadenza del lavoratore dai diritti di cui all’art. 33 cit., qualora il datore di lavoro o l’INPS accerti l’insussistenza o il venir meno delle condizioni richieste per la legittima fruizione dei medesimi diritti – doveva essere ricondotta, sotto il profilo sanzionatorio, alla disciplina dettata dal contratto collettivo per la ipotesi di assenza ingiustificata. Non poteva, difatti, rilevare in senso contrario il riferimento alla prassi tollerante adottata dalla società datrice di lavoro in precedenti occasioni; queste ultime, difatti, si differenziavano da quella del caso di specie in quanto, sia pure a posteriori, l’ assenza dal lavoro era risultata giustificata dall’intervenuto provvedimento autorizzatorio dell’INPS e la tolleranza della società aveva riguardato il solo ritardo con il quale il lavoratore aveva inviato la prescritta documentazione.